Laboratori emozionali: il Mare

Data: 15/06/2023

“[…]Il sentimento fondamentale che animava i Greci era questo: che il mondo in cui vivevano, già colmo di vita come totalità, fosse percorso da forze vive e operanti. Essi avevano la percezione più immediata di tale vita quando guardavano il mondo animale: l’aquila alta nel cielo e l’oca che l’aquila rapisce via dal cortile…[…] Ma anche in ogni albero vive una driade, e il Greco scorgeva e sentiva la vita nel torrente che spumeggia e muggisce e in un attimo strappa con forza indomabile i recinti della vigna eretti dal duro lavoro dell’uomo. 

Pieno di vita appariva soprattutto il mare: il mare in eterno movimento, inesausto, che ora sorride placido e che ora atterrisce tremendo, il mare vasto e infinito, il mare azzurro, purpureo, rosso come vino, colore di viola e che tosto si avviluppa in un fosco grigiore o in buia notte, il mare che nasconde nel suo seno tante creature viventi ed è il solo ad offrire all’uomo in modo pieno la possibilità di esistere. […]

La presenza del mare congiunta ad un’esperienza marinara che risaliva al principio del II millennio, orientò l’attenzione e le ambizioni dei Greci verso ciò che si trovava al di là di esso. “ (Aristotele, La metafisica)

Il mare, luogo fausto ed infausto. Simbolo del viaggio, dell’infinito, dell’eterno, del destino.  Sinonimo di grandezza.  Luogo di collegamento, luogo di commercio, di incontro, di guerra e di cultura.  Spazio  di sviluppo, di  morte e di vita.

L’avete mai sentita la voce del mare?

Avete mai visto i suoi colori? 

I colori delle acque, la morbida sabbia dorata, i profumati gigli bianchi, le creature che abitano il mare sono così  simili ai paesaggi che ogni giorno riempivano gli occhi dei primi coloni greci di fronte al mare Egeo che ne rimasero affascinati e cominciarono a fermarsi, a lasciare delle impronte, a costruire, a vivere.

Per questo il movimento del mare è un tutt’uno con il movimento delle creature che lo abitano e degli uomini che lo vivono. La bellezza del mare, la sua vastità e la sua eco di infinito ci mette in movimento.  

Il mare qui fuori. Attende. Perché nel mare c’è un invito. Ad andare. E almeno con lo sguardo ad indagare l’orizzonte. Ci arrivano tra i piedi le sue piccole, vivaci e luminose onde. Che portano il segreto di abissi lontani, e che nelle loro schiume allegre rompono il profumo e il sale di solitudine remota, di silenzi incredibili.  

 

“Sono cresciuta nella brezza di questo mare, con le onde tenere e violente intrecciate alla danza della sabbia  della schiuma. Come i mie pensieri che si disegnano sulla tela.  Faccio ballare il pennello che segue le linee morbide dell’ immagine fissa nella mia testa. Mi arriva un leggero schizzo d’acqua quando un gabbiano ci si poggia sopra. Non ho mai avuto paura dell’acqua, sì limpida da potermici specchiare come Narciso.  Pesci scarlatti guizzare fuori dall’acqua e formare un arco nel salto che compiono per rituffarcisi. Le pietre, ricco mosaico. Sullo sfondo, stelle piccole e luminose come brillantini, amanti del  cielo rosa arancio.   Eccola l’arancia tagliata, rossa, in equilibrio sul filo dell’orizzonte, cullata dallo sciabordio. Libertà non ti ho perduta.(Francesca Callà, 1A)

 

Là dove i miei passi cessano,

dove al cuore manca

il respiro,

l’anima mia fugge,

in un’estasi

profonda, nell’acqua più blu

. (Roberta De Matteo, 2B)

 

E nella luce che pare

quasi svanir negli abissi,

un raggio di vita

 sguazza,

dipinge il fondale 

la sua casa si frastaglia,

baciando la spiaggia

che accarezza l’umanità. (Monica Tarantino, 2B) 

E’ possibile vedere qui tutti i lavori.